Psicologia e psicologi

Ciao a tutti. Prendo spunto da una frase (verissima),  scritta da un utente qui per aprire un argomento di dialogo. È giusto che sia costretto ad (o decida di …..) andare dallo psicologo chi viene lasciato in malo modo. Da un giorno all’altro o con l’annuncio spietato dell’ex fidanzato/a che senza nessun riguardo, infischiandosene totalmente del tuo dolore, ti dice di essersi innamorato/a di un’altro/a?

Queste persone meriterebbero di farsi curare e invece va dallo psicologo chi subisce tutto questo male.

da: Ghio

9 Commenti

  1. Ciao Ghio. Ci rivedo molto di quello che ho pensato questa estate in queste tue riflessioni, però mi trovo un po’d’accordo anche con il parere di Lisetta; la terapia deve essere una libera scelta e non qualcosa di imposto, perché se così non fosse, fidati non serve a nulla iniziare un percorso terapeutico in cui non si crede.
    Io ho ritrovato un grande beneficio nella psicoterapia dopo essere stata lasciata da una persona che avevo idealizzato, messo su un piedistallo, fatto sacrifici e versando tante lacrime per poi prendermi pure i sensi di colpa per “non avere fatto abbastanza”.
    Sono passati solo 4 mesi, ma già sto decisamente meglio e questo non solo perché ho deciso di portare questo mio dolore in psicoterapia, ma anche perché ho avuto degli amici sempre vicini , che mi hanno aperto gli occhi sulla realtà dei fatti. La terapia posso dire che sta funzionando perché appunto io, di mia spontanea volontà, ho voluto riprendere a stare bene e comprendere quello che fossero i miei sbagli.
    Tutto questo per dirti che ahimè, la maggior parte delle persone che lascia non ha sensi di colpa o se c’è lì ha , li soffoca in nome del proprio egoismo e ti straziano senza pietà, perché vogliono sentirsi dire “che hanno ragione”, “che non sono in torto”. Purtroppo con un simile atteggiamento, la psicoterapia non avrebbe effetto, trattandosi per lo più di una credenza incrollabile.
    Come dice Lisetta, dovrebbero farsi un bel bagno di coscienza, perché è quella che pecca di deficit, non la mente. La mente subisce le conseguenze di una coscienza profondamente deviata. E alla coscienza deviata l’unico rimedio sarebbe una sana educazione emotiva e sentimentale.

  2. Ti parlo in prima persona della mia esperienza: giusto o sbagliato che sia molto spesso chi viene lasciato soprattutto a seguito di un tradimento o semplicemente della mancanza di chiarezza cade in un baratro. Nel mio caso ero convinto e sono convinto fosse la persona giusta con cui condividere la mia vita.
    Mi è caduto il mondo addosso, ho provato da solo ad andare oltre ma ero nell angoscia più totale. Penso ora, dopo due anni che in fondo lei non abbia commesso niente per necessitare di uno psicologo, credo mancasse di maturità e di sincerità perché non ha avuto il coraggio di fermarsi a capire cosa stesse succedendo, perché ad un certo punto la presenza di un altro ragazzo nella sua vita, un amico, fosse diventato così importante tanto da arrivare a raccontare bugie pur di passare del tempo con lui.
    Il mio più grande errore è stato quello di aver idealizzato una persona al punto tale di divenire ci esco e credere a tutte le giustificazioni che mi venivano date.
    La terapia mi è servita per capirmi meglio e per comprendere cosa in realtà voglia dire amare … ma soprattutto concentrandomi sugli eventi e realtà dei fatti piuttosto che sulle mille parole spese. Ho trovato un mio equilibrio ed ora mi sento più sicuro di me stesso ed ho imparato ad ascoltarmi di più, cosa che non feci pur consapevole del fatto che dovevo essere forte al punto di troncare quella relazione molto tempo prima risparmiandomi di assistere a situazioni che ti ammazzano nell’animo.

  3. Ciao ghio, parole sacro sante le tue. Io sono stato Lasciato dopo 4 anni di fidanzamento e preparazione ad un matrimonio senza alcun preavviso.
    Chi lascia così dovrebbe andare in cura, ma ormai è passato quasi un anno e mezzo e ho capito una cosa alla base di tutto non c’è malattia o altro solo un sano menefreghismo morte tua vita mia. Anche io sono stato in cura ho sfiorato anche alcolismo.
    Fra terapie, medicinali e sedute se ne sono andati soldi e vero ma in parte sono anche serviti ma unica cura di cui si ha bisogno davvero è il volersi bene se stessi.

  4. Anch’io ho sofferto e sono stata lasciata così di punto in bianco. Era un periodo dove era tutto buio per me così presi appuntamento e da quel giorno è cambiato tutto per me. Mi sono fatta aiutare perché nessuno riusciva a capire il vuoto che c’era dentro me, oggi mi sono rialzata più forte di prima. Purtroppo chi lascia non prova lo stesso dolore di chi viene lasciato.

  5. ciao, quello che dici è vero. Chi lascia così, da un giorno all’altro senza un minimo di ritegno, per poi andare subito con un altro/a sarebbero veramente da curare. Purtroppo invece è chi viene lasciato a subire uno stato d’animo tale da aver bisogno di un sostegno anche psicologico appunto.
    La mia esperienza da uno psicologo è stata abbastanza positiva. Quando avevo 21/22 anni venni lasciato dalla fidanzata storica, mentre si parlava di matrimonio etc etc. Beh, non capisco, stavo come un cane. Andai dallo psicologo per un paio di sedute, mi faceva parlare tanto, mi sfogavo e andavo a casa “sollevato”, perché cercava di farmi capire che io in realtà non avevo sbagliato nulla. Poi, ad un certo punto ho imparato che mi aveva lasciato per un mio operaio, la sofferenza è aumentata a tal punto che lo psicologo non mi serviva più a nulla. Mi buttai a capofitto su una “scopa amica” conosciuta tramite un amico comune, da li ho capito che stare male non serviva ad un caz.. di niente e sono rinato.

  6. Credo di averla detta io qualche tempo fa…
    Attualmente ci vado ancora e non me ne vergogno, perchè dovrei? Come si va da un cardiologo, un oculista, un ortopedico … alla stessa maniera si va da uno psicologo.
    E, con tutta sincerità, mi sta aiutando molto.
    Quando si soffre cosi intensamente e a lungo non credo basti solamente farsene una ragione ed aspettare che il tempo passi. Dobbiamo fermarci, riflettere, capire e comprendere cosa ci fa in realtà stare cosi male.
    Ed un aiuto esterno spesso ci viene estremamente utile e ci permette di analizzare il problema da un punto di vista diverso dal nostro, più obiettivo. Potrà servire in futuro per evitare un certo tipo di persone (che siamo propensi ad attirare) e reagire prima che sia troppo tardi (e non dopo).
    Inoltre… uno specialista ti ascolta, puoi ripetergli le cose che ti tormentano anche all’infinito (serve per elaborare il dolore per tutto il tempo necessario e se lo fai con gli amici rischi che prima o poi ti voltino le spalle… 🙂 ), non giudica e… non scappa. Perché non provarci?

  7. Non credo che nessuno è “costretto” ad andare da uno psicologo. Quella è una libera scelta e dipende da quanto una persona sta male.
    Per quanto riguarda chi lascia non dovrebbe andare in analisi, bensì dovrebbe pulirsi la coscienza per le troppe menzogne dette.

  8. Indubbiamente condivido il tuo punto di vista. Se una persona ti lascia da un giorno all’altro, senza preavviso e se ne frega di tutto … allora è chiaro che dovrebbe andare a farsi vedere da un bravo psicologo.
    Ma chi lascia era preparato, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, mentre chi viene lasciato si trova all’improvviso a vivere una realtà che non gli appartiene. Ed è per questo che anche un sostegno psicologico è importate.

    • Cari ragazzi, condivido pienamente il vostro pensiero.
      Grazie per le vostre parole.
      Chi si trova catapultato in una nuova, terribile realtà da un giorno all’altro senza la minima cura da parte della persona con la quale è stato/a, sente quasi la necessità di farsi aiutare, di ricevere almeno una parola di conforto da qualcuno.
      Però chi dovrebbe farsi curare è chi il male lo fa perché non è possibile, né giusto soffrire così.
      È vero Lisetta, nessuno è costretto ad andare da uno psicologo, è una libera scelta.
      Hai ragione, chi lascia non dovrebbe andare in analisi; se ha una coscienza dovrebbe stare male, ma dubito che patisca anche solo un millesimo del dolore della persona che ha lasciato

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