L’ho amato con tutto il cuore

Salve a tutti, ho già scritto un piccolo sfogo dove ho messo praticamente tutto il dolore che ho patito e la determinazione che ho ritrovato per voler andare avanti con la mia vita.
In buona parte il mio lutto l’ho superato ed elaborato, tuttavia mi porto dietro ancora strascichi di tristezza e rimpianto per quanto ho perduto, che un giorno confido e spero passeranno.
Oggi vorrei invece condividere la mia storia. Per molte persone che magari si ritrovano a dover soffrire per chi hanno amato e magari hanno fatto i miei stessi pensiero, spero possa essere di aiuto.
Per come la vedo io, questa esperienza che ho vissuto mi ha fatto molto crescere e maturare e tutto ciò lo devo a chi un tempo ho amato con tutto il cuore.
Sono una studentessa universitaria prossima alla laurea; ho sempre dato il massimo negli studi e mi sono sempre impegnata tanto in ciò che credevo. Assieme all’università desideravo anche trovarmi un piccolo impiego per avere una mia piccola indipendenza ma che non mi facesse perdere il filo degli esami, per cui mi sono sempre data da fare a cercare lavoro, anche se i primi due anni non diedero i loro frutti da quest’ultimo punto di vista.
A metà del secondo anno conosco lui; un sognatore, simpatico, con sempre la battuta pronta e dalla parvenza molto esuberante e spiritosa che ti mette sempre di buon umore. Un animo romantico e ingenuo come lo vedi solo nei film e una sensibilità superfina, quasi sembra riesca a scrutare negli angoli più profondi del tuo animo.
Il nostro è un colpo di fulmine a ciel sereno; io mi sento già da subito presa da lui, sento le farfalle allo stomaco, parlare con lui mi fa girare la testa, mi rende sempre felice, mi ci trovo subito come non è mai successo prima d’ora. Mano a mano che ci conosciamo saltano fuori tantissimi punti in comune, alcuni proprio inspiegabili, quasi il destino stesse facendo le sue trame per farci incontrare. La nostra è una sintonia fuori dal comune, quasi surreale; ci ritroviamo in tutto, pensiamo le stesse identiche cose, abbiamo le stesse idee, ci capiamo al volo senza troppe parole di mezzo, quasi i nostri stessi vissuti sono simili.
Però c’è una questione: lui vive in un’altra città e stava ancora con la sua ragazza (relazione di 4 anni).
Io in un primo momento tacio quel che sento, mento a me stessa, mi ripeto ogni volta che non mi piace, che mi passerà e cerco di non sembrare interessata, mentre lui molto a stento nasconde i suoi sentimenti per me. Certe volte ne parlavamo, aggirando però il discorso principale, senza mai affrontarlo realmente.
Dopo poco tempo, lui mi comunica che si è lasciato con la sua ex a causa di un tradimento di lei e io gli faccio da spalla per superare questo momento difficile e lì lui si apre completamente e cerco di dargli la forza necessaria per superare la cosa e, dopo un mese dalla sua rottura lui si dichiara a me. Io all’inizio sono quasi tentata di rifiutare: avevo paura di rovinare il bellissimo rapporto che stava nascendo, perchè prima di lui ci fu un mio amico d’infanzia che distrusse praticamente ogni cosa, anche l’amicizia che avevamo e non volevo che tutto ciò si ripetesse, poi, conoscendo di vista la sua ex, lui inizia a farmi sviluppare delle paranoie su di lei che mi avrebbe perseguitata se mi fossi messa con lui perchè gelosa marcia. Io cieca, innamorata persa, praticamente dipendente da lui vado dietro a questi deliri e li assecondo.
Avevo il terrore di perderlo, ma anche il terrore di non potergli dare tutto quello che sentivo dentro di me per lui, così, assalita da questi discorsi di amarsi o meno, la possibilità di perdersi, la distanza e il non vedersi spesso, la sua ex persecutrice, io ad un certo punto lo baciai alla fermata del treno. Fu un gesto automatico; sentivo il bisogno di comunicargli i miei sentimenti.
Lui rimase folgorato e fu subito preso; mi disse che gli ho fatto battere il cuore come mai prima in vita sua. Entusiasmo, amore iniziano a brillare nei suoi occhi.
Però il terrore e la paranoia della sua ex che ci avrebbe perseguitati persistono; tanto che da quel giorno per almeno 4 mesi ci sentiamo e ci vediamo di nascosto, siamo discreti. Anche ai miei genitori non dico nulla; loro sono delle lingue lunghe, peggio delle pettegole, e da me veniva sempre a studiare una mia compagna che era amica amica dell’ex di lui. Avevo il terrore che se avessero parlato, io e lui non avremmo più avuto vita a causa della sua ex che mi avrebbe messo i bastoni fra le ruote, essendo nella mia stessa università.
Così passiamo questi mesi in incognito; all’inizio la cosa era divertente, metteva adrenalina, c’era una sorta di fascino, ma poi la realtà inizia ad avere il suo peso; continuare a fare così non ci avrebbe portati a nulla, la sua ex andava affrontata prima di essere etichettata come persecutrice e anche la mia amica in comune a lei, poi, non lavorando dovevo per forza chiedere i soldi del treno ai miei e molto spesso mi ero ritrovata a dire cose non vere e questo aveva abbastanza inciso sul vedersi fra me e lui. Non eravamo liberi; dovevamo fare attenzione ad ogni cosa.
Così, nonostante lui mi continua a far venire l’ansia sulle possibili terribili reazioni della sua ex, decido di affrontarla e la informo della nostra relazione e che fra me e lui la cosa è seria; lei ovviamente inizia a mettermelo sotto una cattivissima luce, dicendo tante verità, ma anche tante bugie, disegnandosi come la povera vittima e sputando veleno amaro su di lui e quelle che sono state le sue mancanze nei suoi confronti, sottolineando i bisogno impellenti che lei aveva e che lui non aveva mai soddisfatto.
Fatto sta che ha aggirato il discorso più e più volte e alla fine mi ha salutata come se nulla fosse, per poi togliermi il saluto e ignorarmi bellamente, come se io non esistessi. Niente atti persecutori come il mio ex e io stessa credevamo.
Ahimè la mia amica è finita per essere dalla parte di lei, così ha iniziato a distanziarsi da me.
Ma tutto questo per me non aveva importanza; io e lui eravamo liberi! E tutte le nostre paure e paranoie si erano rivelati solo dei deliri!
Però già li noto un atteggiamento di lui che non mi piace, ma su cui avevo deciso di chiudere un occhio; quando gli comunicai del discorsetto avvenuto con la sua ex, lui si era contento, sollevato ecc, ma ha girato la frittata come se le paranoie e questa paura ingiustificata e tutta la follia di fare le cose di nascoste fossero state tutte idee mie, uscendosene praticamente con un “te lo avevo detto che non era necessario”, quando era insieme a me ad alimentare tutte queste stupide fantasie. Io mi sono sempre presa la mia parte di responsabilità in questa storia, ma lui mai la sua, anzi la voleva pure accalappiare a me, però non volevo litigare così non dissi nulla e penso sia stato un madornale errore.
A quel punto iniziamo a vivere spensierati la nostra relazione e il nostro amore; purtroppo entrambi non lavorando i soldi mancano per i treni, io devo studiare, frequentare le lezioni e dare gli esami, ci vediamo ogni due o tre settimane e spesso sono io che vado da lui, ma siamo certi che tutto questo lo possiamo superare. Iniziamo a fare progetti per il futuro, trovare un modo per poter finalmente stare insieme nella medesima città, facciamo i curriculum insieme, cerchiamo lavoro, ci scambiamo gli annunci, lui va a cercare in due città diverse dove aveva pure fatto dei concorsi, mi incita a studiare e dare il massimo, mettiamo tanti progetti insieme tentiamo di realizzarli, ogni giorno ci sentiamo e ci parliamo e ci facciamo forza a vicenda che il nostro momento è vicino.
Io poi trovo finalmente lavoro come cameriera per la stagione estiva e inizio a mettermi i soldi da parte; purtroppo a quel punto iniziamo anche a vederci di meno. Mi proposero un contratto a chiamata, con la massima flessibilità, dove io comunico i giorni di mia disponibilità e non ho obblighi di disponibilità; tutto perfetto, buona paga ma tempo tre settimane, iniziano già ad esserci delle cose che non vanno; weekend e festivi sono giorni fissi dove si deve sempre lavorare, si pretende massima disponibilità, ma questo implica lavorare praticamente 5 giorni su 7 come minimo. Ho discusso un paio di volte con colleghi e responsabili per avere in certi casi più giorni liberi, così da rispettare effettivamente il contratto per quel che era, ma mai che abbia ottenuto qualcosa e lì penso che ho fatto un primo grande errore; abbassare la testa e continuare, senza farmi valere di più o senza andare a cercare altro. Sono rimasta come paralizzata dalla paura di non trovare nulla, visto che in tre anni che ho cercato lavoro quella fu la prima chiamata, così accetto di lavorare fino a settembre.
Purtroppo lavorare mi serviva; io con quel lavoro avrei potuto pagare di tasca mia il treno per andare da lui, senza metterci di mezzo i miei che non avevano voglia di pensarci loro, mettevo nel frattempo da parte anche un po’ per poter un giorno convivere assieme o trovarmi io una stanza dove vive lui, perchè a casa sua non potevo stare per via dei suoi, per me praticamente non lasciavo nulla, se non i ticket di alcuni controlli medici che mi sono dovuta fare. Tutte cose che mi pagavo io a cui i miei non volevano assolutamente contribuire.
La situazione stava diventando pesante; sul posto di lavoro mi chiamavano anche nei giorni dove dicevo che non c’ero, uno o due volte che il mio ex era venuto da me, io l’ho dovuto lasciare per mezza giornata a casa mia, perchè chiamata sul posto di lavoro.
I giorni liberi me li dovevo prendere per il ragazzo, laboratori obbligatori, giornate di studio matto e disperatissimo pre esame, esame stesso, per cui non tutti i giorni liberi che mi prendevo purtroppo erano per lui.
Nel frattempo l’università precipita; questo lavoro purtroppo mi riempie le giornate e sono stanca. Studio, do qualche esame, ma senza successo, intanto fra me e lui la situazione inizia a precipitare.
Lui nel non vedermi è sempre più frustrato, le conversazioni fra di noi iniziano ad essere più fredde, la sintonia di prima è come volatilizzata nell’aria, non ci capiamo più, emergono differenze sostanziose fra di noi e lui inizia a fare discorsi riguardo all’incompatibilità che sta nascendo, mi chiede come faremo a stare insieme. Io cerco di essere ottimista e di infondergli coraggio, cerco sempre di essere affettuosa, di fargli sentire il mio amore e, ogni volta che mi si liberava un giorno io glielo comunicavo per vederci e approfittarne.
Le cose precipitano ulteriormente quando viene chiamato a lavorare lui; è organizzatore e animatore di eventi, sagre, PR ecc, il sogno della sua vita. Io felice per lui, lo incoraggio a realizzarsi, a tenere duro che c’e l’avremmo fatta a superare questa estate, gli chiedo un paio di volte di chiamarci al telefono, oltre che sentirci sempre su whatsapp per potergli stare vicina quando non posso. Sento che questi lavori, perchè in due città diverse ci stanno allontanando, ma io confido nel nostro amore e voglio a tutti i costi avere la possibilità di andare dove sta lui, così stringo i denti e metto da parte tutto il possibile, a me non concedo nulla, se non i biglietti del treno per andare da lui quando finalmente ottengo i giorni liberi per poterlo fare.
Due o tre volte mi aveva fatto pure a venire a degli eventi durante i giorni feriali e lì mi invitò a intrattenere i bambini di un parco; faccio del mio meglio, ma non sono tanto convincente, con i bambini non ci so proprio fare, ovviamente ciò senza che io prendessi un centesimo. Fare animazione e intrattenere il pubblico forse non è il mio forte. E questo è già un qualcosa che inizia a farlo dubitare che io sia la donna della sua vita.
manteniamo sempre il regime di ogni due o tre settimane, ma purtroppo io più di due o tre giorni non posso fermarmi come invece facevo prima.
Certe volte ero arrivata alla disperazione dal volermi licenziare, ma lui mi fermava sempre, mi incitava a continuare.
Lui certe volte mi invita agli eventi del suo lavoro, ma sono tutti di sabato o di domenica, giorni in cui io non posso assentarmi dal lavoro e per cui avrei tanti problemi a tornare in tempo per via degli orari dei treni, per cui sono sempre costretta a dirgli di no. Una volta capitò che mi presi libero un weekend per andare ad un suo evento, accampando una scusa di questioni familiari, e al ritorno mi aspettò un bel cazziatone dal datore di lavoro.
Dopo un paio di miei no che riceve, lui inizia praticamente a fare l’offeso e a rispondermi tipo “tutto per quel cazzo di lavoro”, “non ci sei mai, mi devo trovare sempre qualcun altro”. Io sono depressa, dispiaciuta, disperata, non so cosa fare, vorrei trovare una soluzione, ma non ne vedo. Piango in continuazione, a lavoro cerco di non far vedere che sto male, l’università praticamente arriva a fermarsi.
Mi fa sapere che si è fatto un nuovo giro di amici e, nell’ultimo mese di relazione lui esce sempre con loro e inizia ad essere freddissimo con me.
Mi rispondeva monosillabo, con la telecronaca della sua giornata, senza però dirmi veramente qualcosa, non si interessava realmente di me, mi chiedeva come andava la giornata per poi liquidarmi con una frase buttata lì, palesemente forzata.
Non c’era affetto, non c’era amore, non c’era niente. Non ridevamo più, non scherzavamo più, non si riusciva ad avere una vera conversazione; il vuoto totale.
Ho provato a coinvolgerlo in discorsi vari, ma con zero risultati; ogni volta mi ritrovavo a parlare con un muro. Non c’era neppure più l’assiduità di prima: sin da quando ci siamo conosciuti fino a un mese prima
Poi ha iniziato a darmi buca all’ultimo quando io avevo i giorni liberi a posta per andare da lui o quando si liberavano; mi diceva che aveva questioni familiari o di lavoro da sbrigare e che non aveva tempo da stare con me.

Dopo tre volte che mi da buca io esplodo; non ce la faccio, non ne posso più, non so più cosa fare o cosa pensare così lo chiamo e in preda alle lacrime gli chiedo perché tutto questo, perché tutto questo allontanarsi da me. Lo supplico di dirmi la verità, gli continuo a ribadire che lo amo, che mi manca, che voglio vederlo, e lui mi ridice per l’ennesima volta che ha impegni di famiglia e di lavoro e che non lo fa perché non mi vuole vedere, che non c’è l’ha con me.
Tuttavia mi chiede una pausa di riflessione dalla durata incerta almeno fino a quando non mi laureo dove però continuiamo a sentirci e parlarci, ma ognuno è “libero”. Io cieca e disperata accetto, ma solo in parte; accetto di fermarci con la relazione ma non fino a quando ottengo la laurea; sarebbe stata una questione di 6 mesi e io non l’avrei mai potuta accettare.
Io continuo a dispensare affetto, amore, fare progetti e inizio anche a pensare seriamente al licenziamento, così inizio a prepararmi alla cosa sul posto di lavoro e a lui glielo comunico.
Però anche durante la pausa e alla notizia che ho deciso di rinunciare al lavoro lui non cambia il suo atteggiamento: è sempre freddo, inizia a parlarmi di progetti con i suoi nuovi amici del lavoro, tutti appassionati di eventi e animazione, anzi inizia praticamente a dirmi che quello non è il mio mondo, che io non sono tagliata per esibirmi e avere un simile contatto con il pubblico e che quindi non riesce a vedere come combinarci, visto che io appunto sto studiando per laurearmi. Da considerare che prima della pausa, io stavo anche pensando di intraprendere lo stile di vita che faceva lui, ma ovviamente senza mai perdere i miei studi. Per quel potevo cercavo di venirgli incontro e mi interessavo tanto.
Io ingoio l’amaro, decido di essere presente ma non assillarlo e lasciargli il tempo di riflessione che mi aveva chiesto.
Tempo una settimana e lui per telefono mi dice che ha deciso di piantarla lì; noi siamo diversi, non siamo compatibili, io ho un futuro brillante davanti agli occhi, non è giusto che stia assieme ad una persona che vive la giornata, perché mi rovinerei la vita. Queste sono le parole che ha usato per lasciarmi; praticamente “mi ha salvata” da un brutto destino.
A me non sta bene per niente la cosa e quindi vado da lui a parlarne faccia a faccia perché non accetto di essere lasciata per messaggio e insisto tutta la notte perché lui si degni di incontrarmi. Io tento un’ultima volta di farlo ragionare, lo supplico, piango come una disperata, cerco di fargli capire che possiamo parlarne e avere dei compromessi, ma no. Lui è risoluto e convinto della sua decisione; una persona con la laurea e un futuro brillante non può stare con una persona non laureata che vive la giornata e continua con questa manfrina. Poi salta fuori che lui adesso vuole starsene da solo, non avere relazioni perché ha sofferto troppo nella sua vita, che viene il lavoro, i soldi e non vuole essere distratto da nulla e che fre di noi mai potrà funzionare, visto che appunto io, a detta sua, ho messo studio e lavoro al primo posto, davanti a noi due. Poi mi viene a dire che la sua donna ideale è una che fa praticamente la sua stessa occupazione e che fisicamente è sempre presente ogni giorno. E ovviamente ha continuato a dirmi che io stavo meglio con un uomo laureato e con un lavoro stabile.
Tutte idiozie a cui tutt’ora che mi sono ripresa non do credito; con me i discorsi del genere non attaccano.
Io davanti a tutto questo avrei tanto voluto morire; avevo iniziato a mettermi i soldi da parte e a non concedermi niente a posta per lui, avevo messo praticamente tutte le carte in regola per licenziarmi per essere più presente, per quel che ho potuto fare avevo tentato di ottenere giorni liberi a posta per lui, ma nulla di tutto questo è bastato per salvare la nostra relazione.
Ogni sogno era andato infranto per sempre.
Lui cerca di consolarmi, con scarsissimi risultati, mi chiede se mi va di sentirlo ancora, perché comunque mi vuole bene e vorrebbe che non ci perdessimo e mi assicura che molto di quello che è stato fra di noi non cambierà come appunto sentirsi, vedersi, farsi un pensierino ogni tanto, condividere bei momenti.
Io cerco di farmi forza e voglio fidarmi delle sue parole e così accetto a malincuore che fra di noi è finita e cerco di costruire insieme a lui un rapporto di amicizia.
Così inizia il mio periodo di depressione nera e dannazione.
Sto malissimo, inizio a fumare, bere, non mangio, torno a casa tardi, quando finisco di lavorare dopo il turno serale non ceno e vado sulla spiaggia a guardare il mare fino a mezzanotte/l’una e poi rientro, non studio più, l’università è ferma li dove l’ho lasciata e non ho più contattato il relatore per la tesi o fatto i colloqui per i laboratori obbligatori. Piango come una disperata ogni santissimo giorno, ma vedo che lui ha come ripreso ad essere caloroso e scherza e si interessa di me, più o meno come un tempo. Ovviamente non mi aspetto che sia tutto quanto subito, ma vedere che lui sta comunque mettendo dei presupposti per essere amici, come lì sto mettendo io, mi fa sopportare il dolore della rottura. Anche qui io non gli nego mai il mio affetto. Mai.
Tutto questo per le prime due settimane dopo la rottura, poi ripiomba nella freddezza totale e peggio di prima forse; riinizia di nuovo a rispondere a monosillabo e con frasi campate in aria, non riesco più ad avere una conversazione con lui, mi sento sempre dire che lui ha da fare, che il suo carattere è freddo e lui fa così con tutti, non solo con me.
Non mi invita più agli eventi, ogni volta che gli chiedo se gli va di vederci mi dice che non può e ha da fare o risponde in maniera vaga.
Una volta avevamo intrapreso una semi discussione dove lui era diventato sordo davanti al mio dolore e al fatto che stavo ancora male per lui, cosa che non gli ho mai nascosto e ha iniziato a dirmi che dopo due settimane non era possibile che io ci stessi ancora a pensare, che forse era meglio non sentirsi per un po’, che abbiamo condiviso solo un anno e non 4, che lui adesso sta bene come mai prima d’ora e anche io dovrei stare bene visto che sto lavorando e studiando e uscendo con gli amici.
Io disperata lo supplico di continuare a sentirci, che mi manca tanto e vorrei solo poterlo vedere.
Così continuiamo a sentirci ma non cambia nulla: io ogni giorno mi sento morire dentro e non supero nulla, rimango appesa alle sue belle parole ogni volta che tiro fuori il discorso “siamo amici, vediamoci, facciamo ecc” e lui mi rassicura della cosa, che ora è un po’ presto per vederci, che comunque mi vuole bene, che io devo puntare sul lavoro e gli studi, come sta facendo lui.
Infatti ritratto la questione del licenziamento e continuo a lavorare.
Poi però inizio a vedere foto di una insieme a lui su whatsapp e stati dedicati, palesemente romantici e confidenti.
Davanti a ciò vado ancora in depressione più nera; i miei amici mi consigliano di aspettare dal deprimermi, visto che da una foto non si può dire nulla di certo e visto che lui, una volta aveva tirato fuori l’idea di farlo a posta di andare con altre donne per farmi ingelosire, così mi sarebbe passato presto l’amore che provavo per lui; un gioco a dir poco contorto e malato.
Io seguo questo consiglio, ma le foto continuano ad essere sempre più palesemente romantiche, io e lui continuiamo a sentirci ma mai che mi dicesse chi fosse la ragazza e che rapporti c’erano. Mai!
io dopo un po’ che comunque rimbalzo contro un muro di gomma e che tutte le rassicurazioni di “siamo amici siamo amici” non trovano concretizzazione e rimangono solo parole, inizio a non rispondere ai suoi messaggi e non cercarlo come facevo.
Vedo che non sentirlo anche solo per un giorno mi aiuta un poco a stare meglio; lui , vedendo che non lo cerco più come prima, mi cerca e mi chiede spesso se c’è qualcosa che non va, mi dice che se non lo voglio sentire mi basta dirlo ecc.
Io gli rispondo freddamente che ce ne sono di cose che non vanno a incominciare da lui; mi chiede se mi va di parlarne ma gli dico che non è necessario, che intanto lo dovrebbe sapere cosa c’è che non va, visto tutti i trascorsi.
Non ottengo più risposta.
Io inizio a non scrivergli perché non c’è la faccio più ma il dubbio che lui abbia un’altra mi divora dentro costantemente; lui continua a cercarmi e quando magari gli accenno cosa c’è che non va, ritorna a farmi muro a essere sordo davanti al mio dolore e prenderlo sottogamba, sottolineando di nuovo che, ormai a un mese dalla rottura, io non abbia ancora superato nulla, che non è possibile una cosa del genere.
Da lì iniziano altri discorsi che mi lasciano l’amaro in bocca ancora adesso; lui doveva vivere, non poteva stare sempre al telefono con me e voleva stare con i suoi amici, sottintendendo praticamente che io non l’ho fatto vivere, poi inizia a darmi della depressa e a dirmi se non fosse il caso che andassi da uno psichiatra (solo perché io non ho digerito un anno in due settimane come ha fatto lui, ricordiamocelo), che lui aveva trovato il modo per stare bene e con me aveva iniziato a non stare più bene, che si sentiva solo a stare con me perché io appunto studiavo e lavoravo e quindi non c’era la coppia. E anche le nostre stesse aspettative per il futuro erano diverse; io volevo diventare docente in lettere e filosofia, lui animatore, pr e intrattenitore. Due mondi completamente diversi, quindi incompatibili. (personalmente non ci credo.)
Innervosita gli dico che dobbiamo vederci per parlarne faccia a faccia perché a me sta cosa non piace e anche perché voglio sapere cosa cavolo c’è fra lui e quella lì che è sempre in foto.
Ci vediamo, gli chiedo lui cosa ha intenzione di fare con me, dove vede l’amicizia perché io non la vedo. Lui inizia ad accusarmi che io voglio tutto e subito, poi inizia a fare il comprensivo che capiva che per me ci voleva in po’ di tempo per smaltire, quando la settimana prima invece se ne lamentava e gli dava palesemente fastidio.  Poi come amicizia mi dice che non è possibile vedersi perché siamo distanti e mi propone di incontrarci sono in ambito di fiere e sagre sparse per l’Italia dove lui ha ingaggi e assunzioni; al di fuori di questa realtà non c’è niente, ognuno sta per la sua strada. Io gli faccio presente che lui mi aveva detto un’altra cosa al momento della rottura e che l’aveva portata avanti a parole per la bellezza di un mese e si giustifica con “le cose sono cambiate”.
Poi anche sul discorso del mio compleanno e della mia laurea dice le cose sono cambiate, quando anche li per un mese mi ha sempre detto che gli avrebbe fatto piacere esserci.
Poi arriviamo al discorso della ragazza; c’è feeling, ma non stanno insieme, che fra di loro c’è una sintonia della paura, che lei ha un cuore d’oro, sempre disponibile, che ci sa fare con i bambini, che è un’animatrice e intrattenitrice provetta, che è bravissima a fare cose sul lavoro ecc. Poi lui si lascia scappare che l’aveva conosciuta un mese prima di lasciarmi (periodo in cui appunto è iniziato a diventare strano e freddo e mi dava buca quando io potevo venire da lui); ovviamente io non ne sapevo nulla perché lui non mi disse niente e non potei andare manco una volta trovarlo. Ovviamente mi sbatte in faccia che questa, vivendo anche lei in un’altra città, trova sempre il tempo per farsi 400 km in macchina solo per andare da lui e starci due settimane intere e prendersi i giorni liberi dal lavoro.
Praticamente mi fa capire che lui vuole una ragazza così; che faccia quello che fa lui e che vada sempre da lui.
Personalmente mi viene da pensare che la ragazza in questione abbia una serie di fortune che io non ho; prima di tutto non studia, e ciò risparmiare molto tempo, il lavoro che fa le permette di avere più libertà rispetto a me, visto che appunto, dai racconti del mio ex lei era lì ogni due per tre intanto che io non c’ero, poi ha tanto tempo libero e una buona paga per potersi permettere ogni settimana di farsi 400 km in macchina e mantenersi la macchina, mentre io ora come ora la macchina non me la posso permettere.
In soldoni; lui è felice perché lei fisicamente c’è sempre e vuole fare la stessa identica vita che fa lui.
Questione di mezzi? Io dico di sì, visto che lei li aveva già e io mi sono sempre dovuta arrangiare e fare tanti sacrifici.
Detto tutto questo, non fa caso al fatto che mi sto trattenendo dal mandarlo a quel paese davanti a una dozzina di persone e mi invita ad due eventi dove lui è assunto, dove ovviamente ci sono anche lei e i suoi nuovi amici. Poi mi informa che lui a breve andrà a convivere con lei e loro in un’altra regione, che faranno squadra per i prossimi eventi. Già li rimango allibita; lui è già li che se ne va a convivere con una e dei tizi che conosce da solo un mese e manda a quel paese il progetto convivenza con me in costruzione da un anno,  e poi dicendomi “io parlo sempre di te, non vedono tutti l’ora di conoscerti, passeremo delle belle giornate insieme, ti troverai bene, sono delle brave persone, X è una brava ragazza.”
Dire che sono rimasta scottata è un eufemismo.
Mi aveva praticamente sbattuta fuori dalla sua vita, sostituita, cancellata solo per una questione di mezzi e sogni che lui non vedeva come combattibili. Io che volevo fare la docente non potevo andare a vivere con loro; non era il mio posto, non centravo nulla. Se non volevi fare intrattenimento e animazione e discoteca, non potevi essere incluso nel progetto di “convivenza di gruppo.”
Ero un’outsider per dirla bene.
Io a quel punto vedo solo una soluzione davanti a me; debellarlo dalla mia vita e farmi la mia.
Non mi faccio problemi a dirgli che tutte quelle assurde condizioni io non le avrei mai accettate, che non avevo assolutamente intenzione di conoscere la ragazza e i suoi amici.
Lui mi liquida dicendomi “dici così ora, datti tempo, vedrai che non ci penserai più fra qualche mese, devi prenderti i tuoi spazi per digerire la cosa e accettarla”, poi scarica la responsabilità del vedersi dicendomi “Io ti saluto, poi se tu non vuoi salutarmi o sentirmi sono affari tuoi, è una scelta tua. Io sono disponibile per te”
Ovviamente è una scelta mia non parlare ad un muro, ne convengo, però vorrei, a mia difesa, sottolineare il fatto che io mi sto rifiutando di parlare con un muro appunto e non mi rifiuto affatto di parlare con una persona.
Discorso che lui si rifiuta di capire e che di nuovo giustifica con “io sono freddo e lo sono con tutti, non solo con te.”
Io così gli dico che non ci dobbiamo più sentire perché mi rifiuto categoricamente di sottostare a questa cosa, che siamo arrivati ad un punto tale di non essere amici, che è inutile che lui mi venga a dire che posso venire a trovarlo quando mi viene sempre a dire che ha da fare; tutto questo liquidato di nuovo dalla frase “sei tu che la vuoi vedere così, non io.”
In sostanza mi sono vista accollare una serie di responsabilità che non ho, anche quella di andare a trovarlo a casa sua, come se io possa andarci quando voglio, ma ovviamente sono io che non voglio. Certamente! Se tutto fosse dipeso da me come lui sostiene, posso assicurare che la situazione sarebbe andata in maniera decisamente diversa!
Così decido di scomparire dalla sua vita perché non accetto di essere trattata come zerbino.
Archivio le foto con lui, i suoi regali li metto in una scatola, stacco dal muro una foto di noi che avevo appeso, levo le nostre foto dagli sfondi del cellulare, sfondo whatsapp immagine di profilo, cancello la chat; faccio in modo che niente della sua presenza mi salti all’occhio.
Non voglio più saper nulla di lui; ogni foto che per caso mi capiti di vedere su whatspp di lui e lei mi fa venire il vomito e lo schifo; decido di cancellare il numero dalla rubrica e di tenerlo in un’agenda a portata di mano nel caso gli venisse la brillante idea di cercarmi, così so che non devo rispondere.
Ormai non è più possibile rimediare a danni inferti e io ho preso la mia decisione. Ho scelto di non soffrire più per una persona a cui stavo lentamente alienando la mia vita, alla quale non bastava manco quello e che ha scelto la donna della sua vita solo in base ai mezzi e non a quello che gli dava e che stava facendo.
Ho fatto tantissimi errori in questa storia; potessi tornare indietro nel tempo, porrei rimedio a tutti i miei sbagli e gestirei meglio la situazione, a cominciare dal lavoro che per fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista mi sono tenuta e sono stata molto presa in considerazione dai miei datori di lavoro, nonostante gli alti e i bassi.
E’ stata completamente colpa mia e mi devo prendere la responsabilità di tutto come vorrebbe lui?
Sono arrivata ad un punto tale da pensare di no; non perché io sia una vittima in cerca di commiserazione, ma perché penso di essermi presa fin troppo il carico non solo delle mie responsabilità, ma anche della sua parte di responsabilità, quando avrebbe dovuto farlo lui.
Io ritengo di aver fatto il possibile per noi, forse si, potevo fare di meglio, ma mi sono spinta al punto tale che oltre il “non ho tutti i mezzi necessari” non potevo andare.
Se avessi la sicurezza che ogni volta che salto sul treno senza biglietto non mi becchi il controllore, penso che non avrei avuto problemi a fare più viaggi spesso verso di lui.
Se fossi un supergenio che riesce a dare tutti gli esami studiando pochissimo, con il massimo dei voti e senza andare fuori corso, avrei avuto si più tempo per lui.
Se andare a convivere fosse un gioco da ragazzi senza impegno, penso che non mi sarei manco buttata a cercare lavoro per mettere da parte i soldi.
Però la realtà è che se non hai mezzi e non cerchi di ottenerli non avrai mai nulla dalla vita, perché non ti è tutto dovuto; purtroppo, almeno che non hai delle grandi fortune, le cose non ti piovono dal cielo, come invece vorrebbe lui, visto che si è trovato una che può permettersi di sperperare più in viaggi verso di lui che altro e un suo collega gli ha proposto di andare a vivere da lui così, quasi da mantenuto senza impegno.
Per come la vedo io ora mi sento di dire menomale!
Menomale che non sto più dietro ad una persona che ha saputo solo pretendere senza muovere un dito e che continua a farlo.
Menomale che non ho rinunciato a quelli che erano i miei impegni di vita e futuro per lui.
I sacrifici che ho fatto per lui a sto punto li farò valere per me.
Questa è la mia storia. Ho fatto quanto era in mio potere per salvare il mio rapporto con lui; forse non era sufficiente, forse no, avrei magari dovuto avere uno spirito più di abnegazione, io però non ho rimpianti per l’amore che ho dato e il patimento che ho subito e alcune delle scelte che ho preso.
L’ho amato con tutto il cuore, ho messo lui davanti a me, ho fatto di tutto e con questo chiudo una volta per tutte un capitolo della mia vita.

da: Elizabeth

18 Commenti

  1. Che storia, Elizabeth. Ti piacciono le storie? A me sì. Ti faccio una proposta: prova a rileggere quello che hai scritto, come se fosse scritto da me. Una persona che non conosci.
    Quando finisci l’esercizio, dimmi se noti quello che ho notato io, ma te lo faccio raccontandoti un’altra storia.

    Conosco questa docente (te in futuro 😉 ), con la quale ho lavorato, che mi prendeva molto e che ho Amato, come tu ami lui. Amato alla follia. Amato con l’anima. Fino alla fine. Ma il mio amore era di serie B.

    Lei è impegnata, ma pare che abbia “un certo feeling” con uno che lavora con lei. Diciamo un animatore. Perché altro non fa. Sembra “animarla” ma, di fatto, quello che fa (agli occhi di chi ne è fuori, e anche di alcuni dei suoi “followers” più svegli) è di soggiogarla completamente. Come i burattinai: anche quelli “animano”. E producono storie. E “fanno” storie, quando qualcosa li disturba. Io, tipo, lo disturbavo.

    Lei ama lui come io ho amato lei. Incondizionatamente. Lei, avendo una posizione più “elevata” di lui, gli ha dato la possibilità di elevarsi, attraverso contratti (cioè soldi), seminari e convegni (dove lui può farsi conoscere, e quindi, soldi), e qualche progetto insieme (sempre soldi, anche se non moltissimi pare).
    La maggior parte dei suoi collaboratori lo odia, per ovvie ragioni. Ma lei questo non lo sa. Tutti fanno finta di ammirarlo “perché lei lo ammira”… ti rendi conto?

    Avevano un gruppo su whatsapp, e non hai idea di quello che succedeva. Lui parlava “al gruppo” di lodi che altre persone (donne, sia chiaro) gli facevano, fingendosi umile nel dire che in realtà lui non era niente di che (e lei gelosissima). Molto squallido.

    Gli altri fingevano di supportarlo, mentre io, che ci lavoravo ma ero al di fuori, li sentivo sparlare fra di loro (soprattutto su di lui). Spesso lo vedevamo guardarla con una rabbia furiosa negli occhi quando lei era distratta. E faceva una paura assurda, anche a uno come me. Com’è che lei, che ti somiglia, non si accorgeva di tutto questo?

    Io però non ho mai avuto il coraggio di dirle questo in faccia, perché non mi avrebbe creduto. Perché ero di serie B. Come te, lei era troppo presa da questo “Lui”, e ho preferito andarmene. La sua cecità (e la mia impotenza) mi faceva soffrire. Per farlo, ho dovuto inventarmi che la detestavo, e pian piano ci siamo lasciati. Mi manca? Sì, molto. La rivoglio? Eccome. Ritornerei? No.

    Perché anch’io ho vissuto un qualcosa che, a tratti, mi è sembrato corrisposto ma non lo è mai stato. Sono sempre stato “secondo”. L’intesa eccetera, sì, ci sono stati. Ma poi lei dimenticava. Poi mi voleva. Poi mi allontanava. Ho lavorato moltissimo su di me.

    Un giorno, quando non mi ha fatto più male, se n’è uscita con una frase molto bassa, che ha trovato una persona come me, più desiderabile (proprio come il tuo lui fa con te) (e come il suo fa con lei, quando dice di collaborare con altre).

    Cara Elizabeth, non sono i mezzi che ci mancano. Ma le diottrie.
    E’ proprio vero che, a volte, l’essenziale è invisibile agli occhi.

    Ti saluto
    – Val

  2. Elizabeth tutti noi abbiamo tempi diversi per metabolizzare la fina di una storia, a te possono servire 6 mesi, a me per esempio può servire un anno etc etc. Pertanto il discorso che porta avanti lui sul fatto che dopo un mese non hai ancora digerito è solo campato per aria ed è un modo come un altro per arrampicarsi sugli specchi. Se vuole veramente aiutarti, deve starti lontano anni luce, bloccarti dappertutto in modo che tu non veda quello che fa con l’altra ed evitare i suoi atteggiamenti da amicone che non prendono proprio in niente.
    Tu hai fatto di tutto, veramente anche troppo per lui. Mi ricordo come ero io fino non molto tempo fa, e visto che essere così buoni ed innamorati non portava a nulla ho cercato di modificarmi, almeno in parte. E purtroppo di strada ce n’è ancora molto da fare….quando il carattere è quello, difficilmente puoi cambiare. Ma, queste batoste, come quella che hai ricevuto possono aiutarti e rafforzare un po’ la tua corazza. E vedrai, che fra un pochino di tempo, queste cose rimarranno solo come un brutto ricordo della tua vita, una esperienza come tante altre. Come andare a scuola ad esempio. Sì, perché anche questa storia ti può insegnare parecchio.
    La tua storia se pur molto lunga, l’ho letta veramente con molto piacere….scrivi veramente molto bene!
    tieni duro, un abbraccio!

    • Ciao Dave.
      Io ho accelerato i miei tempi di metabolizzazione e non è ancora finita. Certe volte verso ancora delle lacrime, ripenso a tutto questo, non dormo la notte, però e soprattutto decidere di non sentirlo e di vivere come se lui non esistesse, per quanto sia stata difficilissima come decisione, mi sta lentamente facendo riprendere dal profondo sconforto.
      Che dire? Lui non voleva aver a che fare con le conseguenze delle sue azioni, non voleva sentirsi in colpa per mio stato così, con la scusa nel dirmi “ma com’è possibile? Tu sei sempre stata forte” si lavava le mani.
      La questione Dave è che lui non voleva aiutarmi; voleva solo non avere fastidi perchè il mio dolore era un fastidio per lui, soprattutto in vista di una nuova vita con quell’altra; gli avrebbe troppo ricordato che ha avuto un certo ruolo a creare tale situazione, un ruolo che non ha mai voluto riconoscere perchè appunto “sono io che la voglio vedere così.”
      Fosse dipeso appunto completamente da lui, io ero ancora lì a parlarci e scriverci e sapere ogni singola cosa che fa con quella lì; ripeto non voleva aiutarmi, non gli importava, io non avevo bisogno di aiuto secondo lui, semplicemente dovevo fare come se nulla fosse e accettare passivamente che lui si facesse i comodi suoi di fronte a me.
      Sono stati i miei amici ad aiutarmi a dire no, è stato il mio istinto di sopravvivenza a dire no questo gioco malato e perverso.
      Concordo con te sul fatto che a essere troppo buoni e innamorati non porta a nulla; le persone ti usano, non hanno rispetto per te e pensano solo al proprio tornaconto, non guardandoti manco in faccia mentre stanno calpestando il tuo cuore spezzato.
      Mi chiedo se al mondo esiste ancora qualcuno in grado di amarci per ciò che siamo e in grado di credere a qualcosa insieme, che magari implica sacrifici, ma che poi la si avrà?
      Sto iniziando a pensare di no, che i sacrifici vadano fatti solo per sè stessi; a chi lì concedi oggi e ti sorride, domani è facile che ti pugnali alle spalle, fregandosene di quanto ti sia costato far sbocciare quel sorriso.

  3. Ciao, posso capire perché dopo un mese non lo hai dimenticato, semplicemente perché era amore il tuo , amore vero. Dato che lui non riusciva a capire come mai non ti fosse passata mi fa capire che non ti amava ti ha solo usata, sai leggere la tua storia mi ha commosso, vedere quanta forza,quanto impegno e quabta dedizione gli hai donato . Non basta un mese posso dirtelo con certezza a me ci sono voluti cinque anni e ancora non mi sono ripreso. Ho letto che hai dei dubbi, ti chiedi se poteva andare diversamente se potevi fare di più… cara ragazza mi sento in cuore di dirti tu hai fatto oltre ciò che potevi sei arrivata a metterti in secondo piano per lui … la verità è che ti ha usata non ha fatto o smosso un dito per te non ti ha rispettata nn si è minimamente impegnato per te ma nemmeno un briciolo e mentre tu lavoravi solo per stare qualche ora vicino a lui , questo se la spassava con l’altra… non hai sbagliato niente non avresti potuto salvare questo rapporto semplicemente perché lui ti usava come fa un parassita… non ti ha mai dato amore solo fumo negli occhi … il tuo amore è così grande che non hai visto altro ti ha accettata. Sei una persona meravigliosa ma non farti usare mai più, buona fortuna e un abbraccio sincero ad averla una persona che ama come ami te… non hai sbagliato nulla. Ciao Elizabeth che tu possa essere sempre felice te lo auguro con tutto il cuore.

    • Ciao Marco.
      Prima di tutto, ti ringrazio per le tue parole, mi confortano tanto come anche tutti gli interventi a questa mia storia travagliata, e spero con tutto il cuore che potrai arrivare a superare definitivamente il tuo lutto.
      Per quel che ho dato ho si ancora tanti ma tanti dubbi: sono tipo due mesi e mezzo che ci siamo lasciati e un mese che non lo sento, mi sono in un certo senso ripresa, ma solo per il fatto che sono stata costretta a farlo e ad accelerare i tempi di una cosa che invece penso mi sarei portata avanti per tanto tanto tempo.
      Perchè? Perchè lui ha spezzato l’incantesimo che mi aveva fatto con le sue stesse mani, mentre io fino all’ultimo ho cercato di tenerlo in vita. Mi ha fatto toccare il fondo della sopportazione di questo dolore e della voglia stessa di vivere.
      Dici che mi ha usata sin da subito? Non saprei, vorrei non crederlo e pensare che si tratti di un essersi bevuto il cervello quando ha conosciuto tutta questa gente, ma ti confido che negli ultimi tempi il pensiero di essere stata solo un eventuale rimpiazzo della sua ex o semplicemente un passatempo mi ha sfiorato più volte la mente. E’ che non ho modo di esserne certa. Vorrei non credere che tutto quello che è stato fra di noi fosse solo fumo e nient’altro, però come dici tu lui non ha smosso un dito verso di me…ero sempre io che venivo, anche quando ho iniziato a lavorare e quindi avevo più difficoltà a muovermi, ero sempre io che andavo con la valigia a lavoro e, subito dopo il turno, saltavo sul primo treno.
      Purtroppo quanto dici sono i dubbi che hanno iniziato di recente ad assalirmi a cui sto quasi lentamente dando ascolto; sono stata usata per poi essere sostituita e cancellata, solo perchè non ho assecondato il suo ego smisurato e mortificato.
      La cosa paradossale è che lui, non dandomi amore vero, ha fatto capire a me cosa fosse l’amore; io se oggi so cosa significa amare una persona e fare il possibile per lei, lo devo a lui. Prima non lo sapevo, ignoravo la cosa.
      Sto cercando di fare i conti con il fatto ormai palese che sono stata presa in giro, almeno nell’ultima parte della relazione e durante il mese successivo alla rottura, però lo trovo difficile; trovo difficile vedere le sue azioni nei miei confronti tutte quante sotto una luce così pessima, rispetto a quella sognante di prima.
      E’ come se fosse un brutto sogno da cui devo svegliarmi perchè penso che la realtà sia un’altra, perchè lo trovo tutto così sbagliato, ma la verità è che non è un sogno; questa è la realtà in cui vivo e lo devo accettare in un modo o nell’altro.
      Però nonostante questo non ho tanti rimpianti; non rimpiango l’amore che ho dato, i sacrifici che ho fatto, rimpiango di non aver capito prima a cosa stavo andando incontro e di non essere comunque riuscita ad avere amore da chi un tempo vedevo come il pilastro della mia esistenza.
      Dici che non ho sbagliato; da una parte me ne sto convincendo, dall’altra ho ancora il dubbio atroce che forse sarebbe potuta andare diversamente, forse saremmo ancora qui felici e forti, ma lui non mi ha mai dato disconferma che mi ha usata, non ha mai comprovato che tutte le cose brutte che mi sono passate per la testa siano solo frutto della mia immaginazione; mi ha lasciata con un finale aperto, dove appunto sono libera di pensare quel che voglio, intanto lui se ne lava le mani. Non bada alla mia opinione.
      Ho peccato di ingenuità…forse adesso sono in grado di riconoscere chi proverà di nuovo a usarmi, ma da parte mia non penso ci sarà più la fiducia che ho dato…

      • L’amore è donare spontaneamente lui non ti ha insegnano nulla di questo perché viene da te dal tuo cuore , lui casomai te lo ha fatto provare ma non ti ha insegnato nulla, sai un tempo la pensavo come te” se solo avessi fatto cosi… se non avessi detto quello” tu conosci come si comporta una persona che ama lo sai lo hai provato, sei accecata ancora dal tuo sentimento ma ti ripeto nn ti ha dato nulla e tu hai dato tutto confermo che non hai colpe, anzi per me quando lo hai conosciuto già ti mentiva infatti ti ha detto di evitate la sua ex perché ti avrebbe perseguitata invece nn era vero nulla, ti mentiva dall’inizio chi fi ama starà sempre con te datti tempo ci vuole credimi, io ci ho messo un po troppo ma te sei forte di carattere vedrai che starai meglio un abbraccio e dimentica questo ragazzo egoista.

      • Vero anche questo Marco…però mi chiedo a che scopo farmi evitare la sua ex con tutte queste paranoie, che va beh sono state anche le mie, ma poi ho deciso di non darci ascolto? Questo per esempio non lo riesco a capire…Io credevo che quella ragazza mi avrebbe perseguitata quanto lo credeva lui, ma la differenza sostanziale è che io ho deciso di giocarmela, lui invece è rimasto nella sua città rintanato in casa, mentre io sulla strada dell’università l’ho incontrata e ho deciso di giocarmi il tutto e per tutto, ottenendo poi un risultato del tutto inaspettato e, diciamo, buono per noi.
        Sto provando a dimenticare, a non chiedermi più nulla di ciò che è stato e ciò che sarebbe potuto essere e continui perchè a cui solo i miei stessi pensieri possono dare una risposta che non è manco quella definitiva.
        Un abbraccio anche a te.

      • Sei troppo buona, il suo scopo era non far capire alla ex che c’era un’altra cosi eventualmente lei poteva ricascarci, quando hai parlato con lei non ti sei accorta che forse era rimasta sconcertats dalla notizia ? Non solo ti ha mentito e fatto passare per stupida ma chissà cosa ha pensato la sua ex di te ti ha fatto passare per un’invasata …. si ti mancha lo posso capire ma ogni secondo che non lo senti tu guarisci. Ascolts il mio consiglio uno così è solo veleno per il tuo cuore conosco kl tipo la mia ex era come lui anzi peggio.

      • E’ rimasta sconcertata assai, anche se lei, quando si lasciarono se ne era sbattuta l’anima di lui, visto che lo ha tradito appunto con quello che è tutt’ora il suo compagno.
        Non so lei cosa abbia pensato di me, ma di certo sono passata per quella che ne ha approfittato, ovviamente in cattiva luce ci sono finita io, più che lui.
        Per come la vedo io, ho in buona parte subito il medesimo destino di lei; lui mi l’ha rimpiazzata con me, voleva esserle “amico” e ha iniziato una nuova storia come se nulla fosse, ma lei rispetto a me non gli è andata dietro dopo questo fatto: si era sistemata già con il suo amante quando io le andai a parlare.
        Se quando lo difendevo a spada tratta contro di lei mentre lui si nascondeva alle mie spalle, provavo amore e assoluta comprensione per lui, “povera vittima della traditrice”, ora provo solo schifo.
        Schifo anche per me stessa perchè mi sono fatta trascinare da questa situazione come una stupida, ma ormai il dado è tratto.
        Sono troppo buona dici? Ho paura che hai ragione…sono stata e sono tutt’ora un’ingenua…
        Il problema è che persone ingenue come me sono facili prede di dannati vigliacchi.

      • Sai avevo lo stesso tuo problema, non dare mai nulla subito diffida di chi hai davanti, se continua a starti vicino anche nei peggio momenti allora prova amore. Hai imparato molto da questa sofferenza e non sentirti ingenua tutti qui abbiamo amato altrimenti non soffriremmo così, l’amore ti fa passare su tutto ti rende cieca ai difetti , sei troppo buona perché non hai pensato a cose cattive nei suoi confronti ma non è un difetto anzi , non ti devi colpevolizzare, sei una ragazza rara di questi tempi non cambiare mai ma ricordati di andarci coi piedi di piombo , conosci la persona che haj davanti quanto basta per poterti fidare. Un abbraccio.

  4. Ho letto tutto, che fatica, ma ne valeva la pena, perché hai raccontato una storia intensa, almeno per come l’hai vissuta tu. Per quello che scrivi sembri una ragazza in gambissima, studi, lavori e riesci a dare tutta te stessa quando ami… Non hai mollato su nulla fino alla fine e secondo me hai fatto bene, un giorno raccoglierai tutto quello che hai seminato e avrai tante soddisfazioni. Sembri una ragazza forte. Lui invece lo dipingi completamente passivo, inconcludente… Sembra non aver fatto nulla per questo rapporto con te, né per quello precedente né per il successivo… Nemmeno i viaggi, si lamentava ma non si spostava mai lui. E’ passato dalla sua ex a te, ora sta con un’altra ma sente ancora te… Secondo me fai bene a non volerne più sapere, sei molto avanti come maturità rispetto a lui. E non avere rimpianti, hai fatto tutto quello che potevi.

    • Ciao Oceano, grazie per le belle parole.
      Guarda, io solo di recente mi sono resa conto di tutta la mia ciecità e del fondo di verità nel veleno che la sua ex gli sputò gratuitamente alle spalle. Purtroppo sui punti che lui non si impegna mai abbastanza, che è un inconcludente e si comporta come un ragazzino che non pensa di costruirsi un futuro e praticamente pretende tutto e subito, mi duole dirlo, ma aveva ragione.
      Visto che nessuno dei due lavorava all’inizio e visto che io avevo sempre piacere a stare da lui e avevo la possibilità di utilizzare lo sconto carta freccia avendo meno di 26 anni, sono finita ad andare sempre io da lui, in quanto pagavo il treno la metà, però appunto sempre soldi non miei, ma dei miei genitori.
      Penso di tutte le volte che ci siamo visti lui, venendo da me, non abbia manco ricoperto la metà dei viaggi che mi facevo io.
      Io lo facevo volentieri, perchè lo amavo e con lui stavo da Dio, ma purtroppo quando arrivi al limite dei mezzi e delle possibilità che la realtà ti pone ci arrivi; io ho cercato di saltare l’ostacolo, lui si è fatto più furbo e l’ha aggirato.
      Parli di passività…purtroppo è così, lui era passivo agli eventi, come se siano esclusivamente le circostanze a decretare il nostro destino e non le nostre azioni. Lui, appena ha iniziato a provare meno amore per me non ha lottato per tenere accesa quella fiamma; ha lasciato che morisse e sto iniziando a pensare che lo stesso sia accaduto con la sua ex.
      Anche nella nostra relazione, alla fine ero io che tenevo le redini della questione, che infondeva coraggio, mi sono fatta carico delle sue insicurezze e fino a che ho potuto ne ho retto il peso.
      In sostanza il 90% dell’impegno per mantenere vivo questo rapporto è ricaduto su di me perchè appunto ci credevo fermamente e non mi sono lasciata fermare da insicurezze mie e sue, soprattutto quest’ultime che certe volte sentivo che mi avrebbero ingoiata se non fossi stata abbastanza forte.
      Poi appunto, il tocco di classe alla sua inconcludenza penso sia andare a vivere in casa di uno che si è offerto quasi di mantenerlo assieme a quell’altra.
      Sì, bella la vita quando le cose ti piovono così dal cielo e tu non fai nulla!
      Per quel mi riguarda non ho rimpianti; io ho dato tutto il mio cuore e ho fatto le cose perchè ci credevo. Nessuno mi obbligava; ho scelto io di farlo.
      Semplicemente pensavo di aver a che fare con una persona matura che mi amasse e volesse costruire qualcosa assieme; non è così. Amen.

  5. Ho provato le tue stesse emozioni,la parte dove cancelli tutto mi ha riportato ad un anno fa.Posso solo dirti che mi dispiace profondamente.

    • Ciao Thoreau. Dispiace a me…dispiace che lui abbia dentro di sè una tale immaturità e meschinità da non guardare in faccia nessuno, quando sarebbe il ragazzo che ogni ragazza desidererebbe incontrare, ma un grande difetto può essere capace di deturpare una grande bellezza.
      Qui la situazione è stata portata agli estremi e io anch’io, nel cancellare qualsiasi cosa sono stata portata q questo gesto estremo, pur di uscire fuori dal tunnel nero in cui ero caduta.

  6. E’ stato come fare un paio di giri sulle montagne russe, il dono della sintesi ti appartiene ad intermittenza ma ho letto con molto interesse la storia nella sua versione completa, la riassumerei cosi’ : ragazza seria, studiosa e lavoratrice si innamora di un egoista, egocentrico, arido con evidente disagio nell’accettare le proprie responsabilita’.
    Hai fatto quello che ci si aspetta da una persona che crede in un rapporto, lui non sembrava cosi’ sicuro del suo amore e te l’ha dimostrato a gesti ed a parole, sarebbe facile da parte mia dire che ti e’ andata bene, ma ingiusto o no che sia, sono sempre le persone che ci tengono davvero a soffrire di piu’.
    Non incolparti, non credere che se ti fossi annullata completamente come persona le cose sarebbero andate in modo diverso, se non ci si incontra a meta’ strada tanto vale andare ognuno per i fatti propri.
    Mi sembri comunque una bella persona.

    • Ammetto che avrei potuto evitare di fare un papiro così lungo, ma mentre stavo scrivendo la storia, la foga di tutto quello che è successo di ha preso e ho iniziato a tirare giù di tutto, qualsiasi cosa mi venisse in mente di questa storia.
      Oramai credo infatti che se anche avessi acconsentito a tutto quello che lui riteneva dovesse fare di una ragazza “la sua donna della vita”, mi avrebbe lasciata comunque. Al massimo la tiravamo avanti ancora per un anno, ma alla fine le cose temo sarebbero andate allo stesso identico modo; per questioni di mezzi e di distanza lui avrebbe preferito un’altra anzichè me. Davanti ad altri grandi problemi sarebbe fuggito via oppure sarebbe rimasto, ma tenendo il rancore e rodendosi il fegato che le cose non sarebbero andate bene come lui voleva. Se si inizia a rompere qualcosa, lui scappa, non cerca di riparare, per cui che finisse prima o finisse dopo non fa alcuna differenza; il risultato sarebbe stato il medesimo.
      Non è facile per me accettare che siamo arrivati a tal punto, visto che comunque lui, fino al mese prima della rottura si prendeva cura di me e della mia salute e si preoccupava, anche se appunto, da quando ho iniziato a lavorare lui si è notevolmente distanziato, ma fino a quel punto lì lui era presente. Ho iniziato ad accettarlo da poco e con molta fatica e ci sto lavorando tutt’ora.
      Poi ha conosciuto questa qui, gli si è smosso l’ormone, ha conosciuto i suoi nuovi amici che hanno assecondato i suoi deliri infantili e la sua sindrome di peter pan, et voilà, un anno di amore e progetti mandato al diavolo.
      Peggio per lui. Se avrà problemi di convivenza perchè si è lasciato abbindolare così facilmente da un branco di immaturi che fanno la comune degli hyppie come se avessero ancora 16 anni saranno affari suoi; che sia la volta buona che diventi un uomo vero anzichè fare ancora il ragazzino.
      Io non mi reputo una bella o brutta persona; non mi autogiudico non potendo essere obiettiva, però ecco quello che faccio, lo faccio bene e lo porto avanti fino all’ultimo; semplicemente avrei solo voluto che il mio suddetto ragazzo comprendesse tutti i miei sforzi e mi potesse sorreggere come io ho sempre sorretto lui, anzichè pensare a quello che non aveva, come si pensa all’ultimo modello di i-phone appena uscito.

      • La mia non era una critica Elizabeth, la tua prosa scorre parecchio bene, non e’ stato un sacrificio leggere tutto sino in fondo, e’ che nell’altro post eri riuscita a sintetizzare tutto in un commento e ora mi hai colto di sorpresa.
        Dopotutto i momenti catartici non hanno una lunghezza prestabilita 🙂
        Trovo similitudini col mio modo di pensare, con la mia storia, ma soprattutto col tuo atteggiamento nei confronti delle sfide che la vita ci lancia durante il cammino, anche io, se faccio qualcosa, lo voglio fare bene al 101%, rispettare un impegno non e’ testardaggine, e’ serieta’, un concetto desueto per un numero sempre maggiore di persone.
        Sulla comprensione che attendevi dal tuo ragazzo non mi esprimo, ho preso calci in bocca sino a poco tempo fa da qualcuno che ha risposto al mio rispetto di una vita con una coltellata alla schiena, di sicuro nella categoria “immaturi” il tuo ex ci finisce di diritto e spero ci sia posto anche per la mia ex.
        Resta in me la convinzione che una donna col tuo carattere, il tuo spirito di sacrificio e la tua volonta’ di vivere secondo determinati principi morali (che apprezzo) , ha diritto ad essere felice.
        Quello che ad oggi mi domando e’ : quanto tempo deve passare perche si possa ricominciare a vivere ? dobbiamo metterci nelle mani del destino e provare comunque ad innamorarci anche se le nostre ferite sanguinano ancora ?

      • La sintesi per me è optional, Semakin, lo ammetto. (;
        Vado abbastanza a sentimento. 😀
        Comunque si figuri; non l’ho presa come una critica, anzi apprezzo molto le sue parole.
        Semplicemente evito di giudicarmi, considerando appunto che mi vedo attraverso il mio Io e non attraverso un occhio puramente obiettivo e distaccato da quella che sono.
        Serietà? Impegno? Concetti alieni alla maggior parte delle persone; si tratta di valori che ancora hanno significato per pochi. Per il resto dell’umanità si tratta di optional gratuiti e facoltativi.
        Io me ne sono ancor più convinta dopo essermi sentita dire dal signorino “X mi ha insegnato che se vuoi vedere qualcuno non c’è impegno che tenga.”
        Va bene…continuiamo a fare i filosofi sull’irrilevanza di un suddetto impegno contro la passione scoppiettante, anche quello che potrebbe darti un domani una casa o a azzerare una distanza. Tanto appunto le cose vengono da sè così. Non mi risulta che si viva d’aria, amore e parole, poi se sono rimasta in arretrato con il progresso, per favore aggiornatemi.
        Manco fossi affetta da workaholism cronico!
        Per quel che vale Semakin, penso che la felicità c’è la dobbiamo fare da soli con le nostre mani: dobbiamo sapere vivere da soli felici, solo così, anche di fronti a terribili delusioni con persone che abbiamo amato con tutto il cuore, potremmo ritrovare la forza per rialzarci e non farci schiacciare da tanta crudeltà gratuita e immaturità.
        Io personalmente non credo nel destino più di tanto; cioè per quanto non siamo completamente padroni di noi stessi e situazioni, sono e saranno sempre e comunque le nostre azioni e quelle degli altri a decretare un esito.
        Il tempo non ci fa dimenticare il dolore o fa smettere di sanguinare le ferite; attenua solo, ma siamo noi con le nostre azioni e la nostra volontà di non arrenderci che possiamo far smettere ad un cuore ferito di sanguinare e a un risanare una dignità calpestata.
        Ci vuole il tempo che si attenui perchè altrimenti non c’è la faremo, ma questo non ci deve impedire di voler comunque andare oltre e tornare a vivere.
        Il tempo per tornare a vivere penso sia un qualcosa di relativo alla singola persona: non esiste una regola valida per tutti. Questo tempo è dettato dalla nostra volontà e determinazione; più lasciamo che il dolore prenda piede nella nostra vita, più ritardiamo la possibilità di tornare a vivere come prima, più forti e risoluti.
        Per cui io dico no, non dobbiamo provare ad innamorarci, rimettendoci nelle mani dei destino, mentre ancora il nostro cuore sanguina. Noi dobbiamo curare noi stessi dal male subito, prendere quanto comunque di bello e buono c’è stato in questa storia drammatica e trasformarlo nella nostra volontà a fare sempre di meglio e darlo a chi di nuovo ci farà battere il cuore forte, ma non perchè abbiamo provato ad innamorarci, ma perchè di nuovo e ancora è successo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.