Un dolore inguaribile

È difficile leggerlo nero su bianco. Ammetterlo qui, in mezzo ad estranei, per ammetterlo a me stessa. Sono quasi 3 anni in cui in ogni singolo giorno un pensiero vola a quel ragazzo perfetto che è il mio ex. In realtà non avevamo avuto una grande storia, alti e bassi, allontanamenti e riavvicinamenti, complice anche il fatto che studiavo fuori sede. Lui, però, è stato il mio unico amore. Anzi, forse l’unico che mi abbia mai guardato davvero. Ora ho 25 anni, quando iniziai a conoscerlo ne avevo 21.

Negli ultimi tempi io ebbi una brutta ricaduta con problemi psicologici e stavo davvero male. Ogni volta che stavo con lui mi buttavo in interminabili pianti, e lui cercava di consolarmi. Involontariamente lo costringevo a privarci di moltissime cose, come presentarmi i suoi amici, una normale vita sessuale e tanto altro. Ci vedevamo poco, quindi lui era comunque libero di farsi la sua vita, ma con me, purtroppo, non poteva vivere una storia normale. Mi sentivo fortemente in colpa e gli ripetevo che, se lui avesse voluto chiudere, io l’avrei capito e accettato.

Mi rassicurava, dicendomi che mai avrebbe lasciato una persona in difficoltà, e cose simili, che, a distanza, suonano come le più ipocrite falsità. In realtà, una bella sera, mentre io annegavo tra le mie lacrime, lui pronunciò quell’indelebile “Basta”. Ci abbracciammo, forte. E quello fu il nostro addio. Avevo 23 anni, avevo moltissimi altri problemi e avevo perso tutti gli amici. Lui era la mia unica ancora di salvezza. So che non avrei dovuto appoggiarmi a lui, ma a me bastava che ci fosse, che potessi vederlo ogni tanto e sentirlo. Non avevo altre pretese. I miei disagi e le mie difficoltà sapevo che avrei dovuto risolverle da sola, fuori dalla nostra storia. Avevo la mia famiglia cui chiedere aiuto. Non doveva occuparsi lui di me. Eppure, non ne poteva più.

Non gliene ho mai fatta una colpa, perché nessuno vorrebbe avere accanto una ragazza a pezzi, che lascia l’università, e non sa fare altro che piangere. Ingenuamente, confidavo in quel bene che diceva di provare per me. Credevo che quel filo sottile ci avrebbe tenuti legati. In fondo, anch’io avevo visto lui piangere tra le mie braccia. Ci eravamo scoperti in quegli strati nascosti dell’anima e pensavo che qualcosa sarebbe rimasta per sempre. Invece è accaduto esattamente l’opposto. Per un anno circa ci siamo tenuti sporadicamente in contatto, ero soprattutto io a cercarlo. Lui, per compassione, perché non avevo amici, a volte mi chiedeva di uscire, ma io rinunciavo sempre, perché sapevo che non ne aveva piacere e non volevo costringerlo.

Ci vedemmo, forse, due volte e, anche a distanza di mesi, era inevitabile abbracciarci e baciarci. Sicuramente in quelle circostanze ero solo io a sentire qualcosa, mentre lui aveva la conferma che non ero nulla per lui. Pian piano, finì ogni tipo di contatto e lui iniziò una storia molto seria con la sua attuale compagna. Me ne accorsi quasi per caso e, all’inizio, speravo fosse una delle sue tante storielle, che sapevo aver avuto anche subito dopo che mi aveva lasciato (e forse anche mentre stava con me). Per fortuna, avevo già da un po’ smesso di cercarlo, ma non significava che non lo pensassi più. Ora, dopo moltissimo tempo, ho ancora la mente e il cuore fermi a lui. Li vedo spesso insieme, vivono insieme e sono bellissimi.

Lei era una sua amica, mai avrei sospettato potesse diventare la sua compagna di vita, la ragazza giusta di cui tanto aveva bisogno. La invidio perché è perfetta, e perché mai sarei potuta essere al suo livello. Lei è tutto quello che io non sono. Non la conosco affatto, ma è la classica ragazza che tutti vorrebbero, in gamba, laureata, bella, alla moda. Insomma, tutto quello che non sono. Se capita di incrociarlo per strada, lui non mi saluta. Temo non si ricordi chi io sia. Oppure non mi riconosce più. Non so, ma è un pugno al cuore ogni volta che lo vedo. Costretta a fingere di non conoscerlo.

Quel ragazzo che mi ha rubato la felicità, che mi ha gettato nel baratro con la spinta definitiva. E pensare che, durante quel periodo insieme, mi sentivo anche frustrata perché sentivo che non mi piaceva davvero, era stato lui a “notarmi” e io gli avevo dato la possibilità di piacermi. Non pensavo ne restassi innamorata per sempre, anche mentre lui si costruiva una vita bellissima con un’altra. So che non passerà mai, lui è stato il primo e unico uomo entrato nella mia vita. Piangerò per sempre e lo avrò sempre nel mio cuore rotto. La mia vita, spezzata per sempre, non ritornerà mai più. E convivere con questo fardello è il peggiore inferno.

da: Anita

12 Commenti

  1. Ciao Anita , ho letto con attenzione la tua lettera e vorrei darti la mia opinione.
    Credo che questo ragazzo dovrebbe fare parte del passato e solo un percorso terapeutico potrebbe aiutarti. Vedi, ti scrivi di lui come fosse una sconfitta, ma ammetti allo stesso tempo che, nel periodo in cui vi frequentavate ti rendevi conto che non era mai il mono giusto per stare assieme per davvero. Poco importa che lei sia più bella, interessante o altro, lo diresti di qualsiasi altra anche fosse uno sgorbietto
    Quello che conta è che lui ha mollato la presa. Penso fosse attratto da te che abbia voluto davvero aiutarti, ma che la relazione si sia bloccata perché in realtà lui non era davvero innamorato di te. Del resto se ti incontra e non saluta è perché sa,di non aver fatto un bel gesto. Credo anche che lo idealizzi perché hai bisogno di un riferimento.
    Ti invito veramente a intraprendere una via terapeutica che ti permetterà di non essere troppo rigida con te stessa e con maggiore autostima.
    Un abbraccio

    • Grazie Barbara, come dici tu, lui non era innamorato di me. Dopo un anno e mezzo di frequentazione, seppur alternata da momenti di assenza da parte di entrambi, lui sosteneva che non ci conoscessimo affatto. Era vero, ma io non percepivo questa estraneità, anzi, in alcuni momenti, lo sentivo come la persona più vicina a me. Ma evidentemente stavo vivendo questa cosa completamente a senso unico.
      Credo che anche i suoi amici e quelle che all’epoca erano mie “amiche”, con le quali lui a volte si confidava, lo abbiano spronato a lasciarmi stare. Perché, effettivamente, ero strana, molto riservata, molti sapevano che avevo dei problemi e magari lui si vergognava di questo.
      Come se non volesse far vedere agli altri che mi conoscesse. Io non l’ho mai criticato per questo, non mi sono mai permessa di avvicinarmi a lui se stava con gli amici, a volte faceva anche finta di non conoscermi. Perciò, io non credo affatto che oggi non mi saluti perché sa di non aver fatto un bel gesto.
      Sono convinta che lui si sia proprio dimenticato e non faccia caso se vicino a lui stia passando io. Perché la nostra era stata una cosa talmente senza senso, che lui non si ricorda che per un periodo era stato in contatto con me.
      È per questo che io sono preoccupata della mia reazione tuttora. Se fosse stata una storia vera, avrei compreso il fatto che il suo ricordo fosse rimasto dentro di me a lungo. Comunque, so che devo affrontare il problema a livello terapeutico e spero possa riuscire a dimenticare tutto.

  2. Ciao Anita, non l’ho scritta per motivi di privacy. Capisco molto bene il tuo dolore.

  3. Carissima Anita, la tua storia è quasi identica alla mia.
    Se vuoi, se hai un indirizzo mail in cui possiamo scriverci, a me farebbe piacere.
    Un caro abbraccio

  4. Cara Anita, se tu ti rileggi la tua lunga lettera, si capisce che i tuoi problemi iniziali psicologici non ti hanno permesso di vivere la tua storia. Come hai detto erano alti e bassi, poco sesso, pianti continui, nessun uscita con amici. Se ci pensi non era una relazione normale, e per quanto questo ragazzo sia stato paziente lo capisco. E’ difficile stare accanto a una persona che è depressa come te. E per quanto lui ha provato a darti e aiutarti tu comunque stavi così male, che il suo amore e la sua pazienza purtroppo non ti hanno ne aiutato né guarito. In certi casi, quando la psiche sta male, non esiste amore abbastanza grande per curare. E’ per questo che alla fine il tuo ragazzo non ce l’ha fatta più. Per chi è normale, è un sacrificio grandissimo stare accanto a persone che stanno così male. Le annienta, le distrugge, così come il male distrugge te. Lo capisco se ha dovuto allontanarsi, perché non riusciva ad aiutarti e rischiava sempre più di cadere nel buco nero dove sei caduta tu. Non dargli colpe, non dire che ha fatto promesse che non ha mantenuto. Tu al suo posto non saresti riuscita a fare meglio di lui. Ora ti aggrappi al suo ricordo, e pensi che se lui fosse ancora accanto a te, magari tu non soffriresti tanto. Ma non è così. Quando lui era con te, tu soffrivi lo stesso e involontariamente facevi soffrire anche lui. Ti esorto, ma dovevi farlo già da tempo, a trovarti un buon psicologo perché altrimenti non uscirai mai da questo inguaribile dolore. Il problema è tuo e tu devi risolverlo. Pensaci bene ma il tuo ragazzo in quel dolore dell’anima che hai dentro non c’entra poi molto.

    • Sì io quando stavo con lui non stavo bene, cioè la sua presenza non riusciva comunque a rendermi felice. Non perché lui non facesse nulla per me, ma perché io ero presa da molti problemi e il fatto che ci fosse lui non alleviava il mio malessere. Vedevo che lui non ne poteva più, ma io per molto ho covato solo rabbia e basta. Ora penso che forse lui aveva anche provato a volermi bene o legarsi a me, ma io davvero non stavo bene e non ho reso facile nessun giorno con lui. Addirittura quasi nessuno sapeva che ci frequentavamo, era come una cosa segreta, forse proprio perché destinata a finire presto. Mi è dispiaciuto perderlo, perché, anche senza avere nessun tipo di rapporto di amicizia, avrei voluto restassimo in contatto, anche solo sentirci una volta all’anno. Cioè, io a quella persona ho voluto bene e di certo non lo odio perché mi ha allontanato, ma perché devo far finta che non ci siamo mai conosciuti? Proprio perché sapeva, più di chiunque altro, cosa stessi passando, mi sarei aspettata che mi chiedesse come stavo. Io forse non sarei stata capace al posto suo di stare accanto ad una persona con problemi, ma non credo che avrei dimenticato anche l’esistenza di quella persona e avrei fatto finta di niente. Però, ecco, magari lui quel distacco definitivo l’ha fatto anche per non illudermi, per farmi capire che non avrei potuto rovinare anche la sua vita. In fondo, quei mesi insieme sono stati sofferti anche per lui. Non è stato bene neanche un minuto con me ed è giusto che ad un certo punto si sia ripreso in mano la sua vita. Il fatto che il problema sia solo mio lo so bene, anche perché altrimenti dopo qualche settimana sarei già stata a pensare ad altri ragazzi, visto che la nostra non era stata una storia seria e lunga.

  5. Grazie dei vostri commenti, comunque. Delle volte da queste piccole cose si trovano conforti.

  6. Se non lo stai già facendo, considera di rivolgerti ad un bravo psicoterapeuta che possa aiutarti con tutti i tuoi irrisolti.
    Ci rifugiamo in certi angoli bui quando tutta un’altra serie di cazzi ci tormenta.
    Quel ragazzo , il ricordo di quel ragazzo è il tuo angolino dove piangere: ora come ora non sta facendo che trattenerti dalla tua crescita personale ed a venticinque anni è un maledetto peccato.

    • Sì, ho intenzione di iniziare al più presto un percorso con una psicologa, principalmente per altri problemi, ma sicuramente vorrò affrontare anche questo. In effetti, sto perdendo gli anni migliori e non va più bene.

  7. Anita, penso tu debba dirgli tutto quanto, in faccia, diglielo quanto prima, e comunque, la colpa è di chi lascia in questi casi, perchè bugiardo…
    Ma tu, il tuo sentimento e stato attuale devi dirglielo…

    • Quando eravamo ancora in contatto, anche se ci sentivamo solo una volta ogni tanto e senza grandi conversazioni, gli dissi che a prescindere da com’era andata mi era molto dispiaciuto che ci eravamo persi del tutto, diventando pian piano degli estranei. Gli dissi tante altre cose di questo genere. E sai che cosa ne ho ottenuto? Nessuna risposta a quello stupido messaggio. Neanche nella mia immaginazione più fantasiosa sognerei di dirgli qualcosa ora. Il problema è mio, ho un disagio forte che devo risolvere. E lui non c’entra. Inoltre, lo rispetto perché gli ho voluto bene, quindi ho accettato il fatto che non volesse mantenere nessun rapporto con me. La dignità l’ho persa abbastanza in passato per lui e ora ho voglia solo di “curare” queste ferite rimaste aperte, ma per me e per nessun altro.

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