Quando l’amore provoca dolore

Quando l’amore provoca dolore è come passare dalla luce al buoi più intenso. Lei era la mia luce, l’unica con cui mi sia sentito libero di esprimere davvero me stesso. Stesse visioni della vita, stessi hobby, ed una voglia di amarci che ha superato ogni ostacolo. Come si può passare dalla perfezione alla distruzione non lo saprò mai. Mi ci sono ritrovato dentro, il suo cambiamento radicale mi ha spaventato, come un vortice che lentamente ha tirato via ogni forma d’amore nei suoi sguardi e nelle sue parole.

Così dopo 5 anni decide che forse non mi ha mai amato, che non ero il ragazzo giusto per lei. 5 anni di luce e bellezza, 5 anni che non dimenticherò mai e che segneranno per sempre il mio essere. Sorrido tristemente a chi mi dice che tutto si supera, comprendo le loro parole d’affetto, ma nessuno saprà mai davvero cosa sto soffrendo.

da: Emanuele

6 Commenti

  1. So cosa provi. E’ capitato anche a me.
    Si diventa il nulla. C’e’ chi lascia, e si salva. Chi resta deve in qualche modo ricostruirsi.
    Non ho ricette da offrirti se non tutto il mio affetto .
    Coraggio.

  2. La convinzione di essere tutti degli unici e speciali fiocchi di neve m’ha sempre fatto strano, pensiamo di aver provato il dolore più grande, l’amore più profondo, certi che nessuno possa capire l’intensità dei nostri sentimenti. Secondo me sono balle, secondo me tutti si soffre più o meno nello stesso modo, la differenza la fa il tempo che decidiamo di star male , addossarci sensi di colpa inutili e piangere su latti versati. Senza offesa ,eh, te lo dice uno che per scordarsi delle ex ci mette 5 anni a botta; però magari chi ti dice che col tempo le cose si sistemano, alla fine della fiera, non c’ha tutti i torti.
    Saluti

    • Rado mi stai molto simpatico. E spesso sei anche saggio. 🙂

      Comunque si soffre tutti allo stesso modo…è vero più o meno, ma vale solo per coloro che hanno conosciuto la sofferenza. E’ altresì vero che certe persone la vera sofferenza non l’hanno mai conosciuta, perché superficiali, o poco empatiche, o addirittura anaffettive, anche a causa di una mancanza di esperienze appunto di sofferenza che diano loro una più ampia veduta della situazione.

      Quello che dice Rosa infatti da un punto di vista superficiale è corretto.
      Ma se guardiamo più a fondo il problema, e soprattutto alle cause del problema, in questi tempi moderni: come mai oggi c’è questa netta divisione tra persone che sanno amare e persone che non amano abbastanza? Perché molto spesso oggi chi lascia un fidanzato storico, insegue chimere? E altrettanto di frequente si accorge troppo tardi di aver fatto un errore di valutazione? Perché fin troppo di frequente si decide di mollare una storia dopo tanti anni e non prima?
      Per me non si possono sottovalutare questi aspetti, i quali indicano che il problema è molto più radicato, è proprio sociale!

      • Perché dopo tanti anni ci si lascia? Io mi sto separando da mio marito, dopo ben 20 anni di matrimonio. 20 anni in cui l’ho amato, annientandomi per lui. Lui geloso, possessivo. Lui che non mi lasciava uscire con un’amica per un caffè. Eppure ho subito pensando che la mia vita senza di lui , non era vita. Non mi è pesato perché lo amavo, ma quando l’amore è finito, tutto è diventato più pesante. Io ho deciso per la separazione, gli voglio un bene dell’anima, ma non basta. Ho sofferto anch’io tanto, e ogni volta che l’ansia arriva con le crisi di pianto, affronto il dolore, so che è un momento ce ne saranno altri , ma se l’amore finisce è meglio lasciarsi. È giusto per sé stessi e per l’altra persona che ha il diritto di avere accanto qualcuno che lo ami veramente

      • Sì ma la mia era una domanda più sociologica, tu silvia hai raccontato solo la tua esperienza. Simile a mille altre, ma non hai risposto alla mia domanda. Perchè questa diffusione eccessiva di storie fallite perchè uno dei due smette di amare?
        Tra l’altro, se prima dei 40 forse una vita riesci a fartela, dopo i 40 anni non lo so…spesso ti devi accontentare delle briciole.

        Per me almeno il 50% delle relazioni fallite dipende solo da seghe mentali. Perchè, ripeto, poi spesso e volentieri in seguito ci si pente.
        E questo perchè siamo dei rincoglioniti. Non si è lungimiranti, non si ha più voglia di fare sacrifici, si è più individualisti.
        Sostanzialmente c’è tantissimo egoismo, ma di quello negativo, distruttivo. Inconsapevolmente autodistruttivo.
        Ed è questo che mi lascia perplesso.

  3. I cambiamenti non sono mai radicali. Le avvisaglie ci sono sempre, il problema è accorgersene. Vedi, il fatto che tu veda questa persona come perfetta per cinque anni senza alcuna macchia di peccato, mi fa pensare non tanto al fatto che lei non sia stata autentica con te, ma che tu sia stato poco capace di vederla con le sue luci e le sue ombre. Io credo che le persone siano sincere quando si mostrano altalenanti, quando si arrabbiano e, sì, anche quando cambiano. Avresti preferito una persona che faceva finta di nulla e ti teneva con sè solo per un vecchio sogno d’amore? Perché oramai eravate affezionati? Mostrarsi per quello che si è è un atto di coraggio, richiede anche molta fiducia nell’altro.

    In più, le avvisaglie e le mezze crisi sono segnali che ti fanno capire che forse l’altra persona non è più soddisfatta nel rapporto, o ti vorrebbe più vicino, o vorrebbe che qualcosa cambi. Le delusioni, talvolta, restano sopite in noi fino ad esplodere, così, anche per motivi che al momento sembrerebbero banali o penosi. Ma se ci sei stato per quattro, cinque anni, io non credo che tu non abbia visto il cambiamento. Probabilmente hai sperato che lei risolvesse le sue crisi da sè, ma ricordati che la coppia si fa in due.

    In amore capire i non detti è un chiaro segno di empatia, ci colloca sulla stessa lunghezza d’onda senza bisogno di tante parole… forse voleva questo, ma tu non te ne sei accorto.

    Niente colpe, nessuno ne ha. Ma nella vita si cambia, ed è meno doloroso lasciare andare ciò che non può più appartenerci.

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