Abbandonata sola dall’altra parte del mondo

Ho conosciuto mio marito sette anni fa, quando è arrivato dal Brasile per studiare in Italia. È nata immediatamente una splendida amicizia e dopo alcuni mesi abbiamo cominciato a frequentarci e ci siamo innamorati. Eravamo due studenti all’epoca, pieni di sogni, di entusiasmo, di progetti. Dopo un po’ di tempo siamo andati a vivere insieme. Stavamo bene, eravamo felici, condividevamo ogni cosa. Abbiamo avuto diverse difficoltà, soprattutto economiche, ma abbiamo sempre affrontato e superato tutto insieme. Lui è sempre stato il mio migliore amico, il mio confidente, il mio amante, il mio più grande alleato, la persona che mi conosceva meglio di tutte e per la quale avrei dato la vita. Credevo di aver trovato la mia anima gemella e credevo fosse la stessa cosa per lui. Dopo la laurea abbiamo deciso di sposarci e di trasferirci in Brasile dove c’era la sua famiglia e avremmo potuto avere più opportunità di lavoro. Ci siamo sposati a giugno del 2013 e siamo partiti dopo 5 mesi.
Io ho trovato lavoro immediatamente. Un ottimo lavoro con il quale riuscivo a mantenere entrambi. Lui ha avuto più difficoltà. È un freelance e il lavoro non è mai sicuro, un mese guadagnava bene e il mese dopo non guadagnava niente. Per me non è mai stato un problema. Lui era la mia famiglia, il mio stipendio era il nostro stipendio e non gli ho mai fatto pesare questa situazione, anche se sapevo che a lui dispiaceva. Abbiamo cominciato a parlare di figli, di viaggi, di comprare una casa. Dopo un anno che vivevamo qui mi hanno offerto il doppio delle ore a lavoro e, di conseguenza, il doppio dello stipendio. Ho accettato perché per realizzare i nostri progetti avevamo bisogno di soldi e il suo lavoro ancora non dava garanzie. Abbiamo preso un appartamento più grande in affitto firmando un contratto di tre anni, abbiamo comprato una macchina chiedendo un prestito in banca da restituire in due anni. Non avanzava un soldo da mettere da parte, ma almeno stavamo costruendo la nostra vita insieme. Dopo alcuni mesi ho iniziato ad accusare la stanchezza. Tornavo a casa distrutta e avevo voglia solo di dormire. Abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali sempre più sporadici. Lui mi cercava sempre ed è sempre stato pieno di trasporto come le prime volte. Io spesso lo rifiutavo e quando lo facevamo il più delle volte non era un granché perché io avevo mille pensieri e non riuscivo a lasciarmi andare. Abbiamo smesso di baciarci. Abbiamo cominciato ad allontanarci sempre di più. Lui ha provato a parlarmene, ma io non volevo ascoltare. Sapevo che c’erano dei problemi, ma non volevo affrontarli perché non sapevo come risolverli. Credevo fosse solo un periodo, anche se stava andando un po’ troppo per le lunghe, e davo la colpa alle nostre vite lavorative che, per motivi opposti, ci rendevano insoddisfatti.
Ad agosto lui è cambiato. Il suo sguardo è cambiato. Ha cominciato ad uscire quasi tutte le sere e a rientrare tardissimo. Sentivo che non voleva stare in casa ed era infastidito da me. Ha cominciato a perdere la pazienza per un niente, a trattarmi in modo freddo e brusco. Mi ha rifiutata un paio di volte con delle scuse. Ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto che si sentiva infelice e insoddisfatto da tanto tempo, che io per lui ero un’ottima coinquilina e un’ottima amica ma che non ero più una moglie. Mi ha detto che il sesso nell’ultimo anno era stato orribile e che adesso non provava nemmeno più attrazione. Mi ha detto che non mi aveva mai tradita, ma che più di una volta aveva avuto voglia di andare con altre donne. Mi ha detto che non voleva più figli con me, che io da quando vivevamo in Brasile mi ero appoggiata troppo a lui e non avevo interessi o amici che fossero solo miei. Mi ha rinfacciato di essere sempre stanca, spesso nervosa, poco socievole. Ha aggiunto che quando viaggiava per lavorare io non gli mancavo. Anzi, provava sollievo. Ha affermato di avere la coscienza pulita perché lui aveva provato a parlarmene varie volte e io non avevo mai voluto affrontare il discorso e che adesso era troppo tardi perché i suoi sentimenti erano cambiati. Adesso doveva essere egoista e pensare alla sua felicità e la sua felicità non era accanto a me. Ed è andato via.

Come se fosse il fidanzamento di due adolescenti. Come se tra di noi non ci fosse mai stato niente. Come se non fossimo mai stati sposati. Mi ha scioccata, sconvolta, lasciata senza parole. Mi ha ferita vomitandomi addosso tutte queste cose con un distacco agghiacciante, come se non fosse più lui. Gli ho risposto che io non sapevo che si sentiva così infelice e insoddisfatto da tanto tempo perché se l’avessi saputo non l’avrei mai permesso. Perché la sua felicità era una delle priorità nella mia vita, perché lui non aveva mai parlato chiaramente. Lo stava facendo in quel momento per la prima volta e non mi stava dando, non ci stava dando, nessuna possibilità di provare a salvare il nostro matrimonio. Ho pianto, l’ho supplicato, gli ho chiesto di perdonarmi, gli ho proposto di fare una terapia di coppia, di non prendere decisioni affrettate, gli ho detto che se c’era l’amore e la volontà da parte di entrambi avremmo potuto superare ogni cosa. Ma lui ha risposto che ormai era troppo tardi. Se n’è andato, lasciando me e tutto quello che stavamo costruendo insieme. Lasciandomi da sola ad occuparmi di tutto, a 10000 chilometri di distanza dalla mia famiglia. Anche quando c’era lui pagavamo già tutto con il mio stipendio e usavamo il suo per fare la spesa e per qualche uscita, ma comunque era diverso. Non mi sarei mai trasferita in Brasile, non avrei mai preso l’appartamento e la macchina se non fossimo stati insieme. Mi ha offerto il suo aiuto per pagare qualche bolletta o per comprare i croccantini per i gatti. Mi ha detto che se avessi avuto qualche problema, avrei sempre potuto contare su di lui. “Ma non preoccuparti perché tanto sei bella e giovane e ti rifarai presto una vita”. Ma chi è?

Questa non è la persona con cui io ho condiviso gli ultimi sette anni della mia vita! Che cosa è successo? Perché? Io sto soffrendo come un cane. Mi sembra di morire e non so dove trovare la forza per andare avanti. Ho perso sette chili in un mese, dormo male, non riesco a concentrarmi a lavoro. Piango continuamente. Incolpo me stessa, mi faccio mille domande a cui non so rispondere. Mi sento delusa, arrabbiata, incredula. L’ho cercato un paio di volte pregandolo di tornare a casa, ma si è innervosito ed è stato irremovibile. I miei genitori, i miei fratelli, le mie amiche sono tutti sconvolti e impotenti perché stanno in Italia e non sanno come aiutarmi. Insistono affinché torni a casa, ma non posso mollare la mia vita qui così all’improvviso. Non so che fare. Mi sento sola, fragile, spaventata. Tutti mi dicono che sembra di morire, ma non si muore. Che con il tempo il dolore passerà e tornerò a vivere di nuovo e ad essere felice. Ma io adesso come adesso, a distanza di un mese e mezzo, non vedo nessuna luce alla fine del tunnel.
Qualcuno di voi sta vivendo o ha vissuto un’esperienza simile alla mia? Quanto tempo è durato questo dolore lacerante? Cosa vi ha aiutato?

da: Milena

4 Commenti

  1. Il post è vecchio ma sono rimasta senza parole..mollare una moglie in un paese straniero come se fosse un pacco e dire anche “tanto sei giovane e bella, andrai avanti”, come a voler dare un contentino! Questo nn è certo un comportamento da uomo. Nn so come sia andata a finire, ma è davvero orribile un comportamento del genere. Spero tu sia riuscita a divorziare.

  2. Ciao mi dispiace molto come sei stata trattata , dopo tutto l’impegno che hai dinostrato ed i sacrifici, Donne come te sono rare credimi di certo non meritavi tutto questo , ma una persona come questa oltre ad non moatrare il minimo rispetto per te e per i tuoi sacrifici si dimostra senza cuore senza sentimento non ti merita nemmeno un pochino credimi! Fossi in te finirei tutti i debiti venderei tutto e tornerei a casa dove non sei sola, per quanto possa essere inutile ma qui ti siamo tutti vicino e non ti auguriamo buona fortuna 🙂

  3. Sono costernato per la tua situazione, non riesco nemmeno ad immaginare cosa si provi ma posso dirti questo: incolpare te stessa, oltre ad essere inutile è sbagliato. Rimuginare su ciò che è stato e sul perché è il modo migliore per rimanere incastrati in situazioni orribili . A questo punto, data l’ineluttabilità delle cose, è il momento di pensare a quel che può aiutarti ad andare avanti, lato sensu. Dici che non avresti scelto di trasferirti se non fosse stato per il tuo compagno e questo mi induce a pensare che, in fondo, ritieni che quello non sia il tuo posto; dall’altro lato ci sono le responsabilità lavorative che hai al momento e quell’orgoglio che impone di non cedere, tirare dritto per la nostra strada e dimostrare che le scelte intraprese non sono state delle cagate madornali. Ti racconto una cosa di me: ho studiato per anni giurisprudenza e se avessi continuato in quella direzione , come testardamente m’ero imposto, sarei stato un pessimo ed infelice uomo di legge; a una certa ho deciso di cambiare. Oggi mi faccio il culo dodici ore al giorno per guadagnare un decimo di quello che guadagna un avvocato e sai cosa ? Sono sereno! Tutta sta menata per dirti che SE stare vicina alla tua famiglia, ai tuoi amici, ai tuoi affetti è ciò che ti può far stare bene, beh , allora molla tutto e torna; sei una ragazza in gamba, hai mantenuto una famiglia da sola, non credo ti sarà difficile trovare un lavoro gratificante anche in Italia. Per quel che riguarda la sofferenza che porta la rottura di una storia importante c’è poco da fare e molto da aspettare ma credimi, alla fine tutto andrà bene.
    Stay strong
    Un abbraccio fortissimo

  4. Si va avanti per inerzia, tutto qui. Questi uomini io non so come facciano a lasciare tutto con una tale banalità e superficialità. Per loro è sempre tutto facile. Vai avanti e fatti forza!!! Sono con te!

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